Carolina Picchio giovane vittima di Cyberbullismo. 14 anni di Novara, studentessa e ragazza solare. La sua storia è diventata il simbolo della lotta al Cyber bullismo e vogliamo raccontarla perché non venga mai dimenticata e perché il bullismo venga combattuto, attraverso leggi ad hoc e interventi concreti. Il bullismo non è uno scherzo, una ragazzata e a testimoniarlo sono storie come quelle di Carolina, racconti di vita che somigliano a trame di film drammatici ma che purtroppo sono reali, drammaticamente reali.
Un giorno di dicembre 2012 era stata ad una festa, come tante ragazze alla sua età. Dei coetanei la fanno bere fino a renderla ubriaca. Lei va in bagno, sta male, ha bevuto troppo. Un gruppo di coetanei la segue, la circonda, la molesta e filma la scena. Il video viene pubblicato su Facebook e riceve 2000 visualizzazioni.
L’umiliazione è tanta, troppa. Non ce la fa a sopportare. Scrive un biglietto, l’ultimo biglietto d’addio. Poi apre la finestra della sua stanza al terzo piano e si lascia cadere nel vuoto. Quella notte Carolina decide di farla finita. Qualcuno chiama i soccorsi, ma tutti i tentativi di riportarla in vita sono inutili. Carolina muore quella notte, ma ad ucciderla è stata il cyberbullismo e i suoi aguzzini.
Ecco la sua ultima lettera.
“Volevo solo dare un ultimo saluto. Perché questo? Beh, il bullismo, tutto qui. Le parole fanno più male delle botte, cavolo se fanno male. A voi cosa viene in tasca oltre a farmi soffrire?. Grazie per il vostro bullismo ragazzi, ottimo lavoro. Spero che ora sarete più sensibili sulle parole.”
Oggi nuova legge sul Cyberbullismo dedicata a Carolina.
La legge sul cyberbullismo è dedicata a Carolina e a tutti gli altri ragazzi che hanno subito offese e minacce sui social network”. Dice la presidente della Camera Laura Boldrini. La legge sostiene diverse iniziative di prevenzione contro il cyberbullismo che coinvolgono la scuola e percorsi di recupero pensati per i responsabili. Tra i cardini del documento c’è poi la possibilità, per i minori, di chiedere la rimozione immediata di contenuti sul web che loro stessi considerano offensivi.
Vogliamo che non ci siano più altre giovani vittime, altre storie simili a questa. Vogliamo che la sua morte non sia vana, ma che serva per far riflettere sulla gravità di un fenomeno su cui non devono esistere più scuse e giustificazioni. I ragazzi non si rendono conto che il Web è reale, come la vita. Il miglior modo per ricordare Carolina è fare in modo che il suo incubo non capiti ad altri.