Per cinque lunghi anni è stato vittima di bullismo a scuola e la sua vita era diventata un vero inferno. Oggi però quel giovane è rinato ed è stato premiato per il suo coraggio e la sua forza d’animo.
Il presidente Sergio Mattarella ha conferito a David Fabbri, 16 anni, l’attestato d’onore di Alfiere della Repubblica per “l’impegno contro il bullismo, per essere riuscito a trasformare la violenza subita in uno sforzo creativo, di denuncia e sensibilizzazione”.
David era preso in giro perché dislessico, un ragazzo considerato “diverso” che veniva escluso e maltrattato. Un gruppetto di prepotenti l’aveva preso di mira: lo aspettavano fuori dalla scuola per fargli lo sgambetto o buttargli in terra lo zaino. In classe gli rompevano i tasti del suo pc. ‘Sei un fallito’ gli dicevano. Una mattina l’azione più grave e violenta: nello spogliatoio della palestra della scuola David venne anche pestato a sangue e nessuno intervenne, anzi, tutti riprendevano con gli smartphone.
Tutto è cominciato in terza elementare, quando per una forma di dislessia scriveva a scuola utilizzando il computer:
“I bulli mi hanno rotto per tre volte il pc, facendo passare tutto per un incidente. I prof sminuivano i fatti, dicevano: ‘sono bambini, è normale’. Mi picchiavano, mi circondavano e mi schiacciavano contro i banchi”.
Tutti guardavano. In quinta elementare, con l’arrivo degli smartphone, tutti facevano video e li diffondevano nelle chat. Mi dicevano ‘ammazzati, che non servi a nulla’. E tra loro: ‘dobbiamo essere più cattivi’. Provavano gusto a pestarmi e deridermi. Erano sadici”
Furono 5 anni di silenzi, di frequenti mal di testa e di dolore. Ma questo dolore si è trasformato in un cortometraggio, intitolato “L’idea”, in cui ripercorre la sua terribile esperienza.
“Perché mi fanno questo?”, è la domanda che rimbalzava nella sua mente. Poi la scuola che frequentava dette vita a un concorso “In ricordo di Niccolò Ciatti: giustizia e violenza nel mondo giovanile”. David realizzò il suo corto e vinse il primo premio.
I miei attuali compagni di classe, quando hanno saputo che ero arrivato primo, mi hanno applaudito e riempito di complimenti
Oggi David è rinato ed ha trovato la forza di diventare un testimonial anti-bullismo. Cosa diresti oggi ai bulli?
Il bullismo non va preso alla leggera, bisogna rendersi conto che ci sono persone che ci muoiono, letteralmente. Per questo è importante notare ogni segnale. Chi ci sta intorno deve agire! Ai bulli, invece, voglio dire che non è un gioco, che devono farsi un esame di coscienza, lo ricordo ancora: ci sono persone che si tolgono la vita per quello che voi considerate solo un passatempo, uno scherzo. Spero che la mia ‘rinascita’ possa essere un esempio, un modo per far vedere a chi è ‘più fragile’ che è importante reagire, alzare la testa e, possibilmente, non fare i miei stessi errori arrivando a farsi picchiare prima di chiedere aiuto.
Oggi la sua sofferenza è raccolta in un libro autobiografico contro il bullismo: