Apparentemente il bullo è la persona vincente. Ha tutti dalla sua parte, molti sostenitori e spettatori. Il suo pubblico, come quello di un’arena, sembra divertito, entusiasta, ammirato, da quel personaggio cattivo. Il bullo si sente invincibile, grande come un eroe – anche se il vero eroe è colui che aiuta gli altri e non quello che li distrugge.
La vittima invece si sente sola circondata da sguardi che la condannano per il solo fatto di essere “diversa” (ma diversa poi, da chi e da cosa?). Odia essere osservata, stare al centro dell’attenzione, per lei essere guardata significa essere giudicata da occhi che non sanno scoprirla davvero ma che si fermano all’apparenza (al colore della sua pelle, dei suoi occhi, alla proporzione del suo volto, al suo fisico, alla sua immagine senza andare oltre).
Il bullo vince: è quello che sembra più felice. Mentre la vittima si sente fragile, triste, impotente. La vittima perde amici e autostima, il bullo conquista approvazione e si sente sicuro appoggiato dagli altri suoi amici-complici.
In un mondo in cui se non sei parte del gruppo, non sei nessuno, quello che viene tagliato fuori è etichettato come uno “sfigato“, un “diverso”, un “perdente”. Forti e deboli, vincenti e perdenti, la linea sembra essere netta e i due mondi divisi.
La verità è che è tutto un teatro di apparenze, non esiste nessun vincitore e nessun vinto, a perdere sono tutti: esistono solo ragazzi che devono fare i conti con le proprie debolezze. In realtà non è un “bullo” a prendersela con una “vittima” ma è un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole e che per sentirsi più forte ha bisogno di rendere più fragile il suo bersaglio.
E’ un gioco di forze e debolezze, una lotta dove ci si fa solo del male senza vincere niente e senza arrivare alla fine, senza mai trovare il vincitore, perché la violenza non porta mai a qualcosa, ma solo alla sofferenza, alla perdita, non si ottiene nulla usandola.
Il bullismo però non è un “gioco” o un “passatempo”, ma è un atto distruttivo, per chi lo fa e per chi lo subisce.