Dolore e rabbia si leggono e si percepiscono nelle parole di un giovane vittima. Il bullismo resta come una ferita sempre aperta, sulla pelle e nell’ anima di chi l’ha vissuto, il più delle volte in silenzio.
TESTIMONIANZA. Sono sempre stata una bambina molto taciturna, perché figlia di una donna depressa, che mi ha sempre trattata male. Ho sempre dovuta cavarmela da sola nella mia situazione, nessuno ci ha mai aiutate. Ho sempre avuto difficoltà a fare amicizia perché chiusa. I veri problemi iniziano alle medie. Non mi guardano neanche, ma già mi etichettano, come la strana della classe, finché un ragazzino dice agli altri “Lei puzza!, statele lontani” e tiene tutti gli altri a distanza. Nessuno si avvicinava a me, come se avessi una strana e orribile malattia che li avrebbe contagiati.
Come dimenticare i cori di insulti e i miei pianti. Prendevano e lanciavano le mie cose dicendo che erano “oggetti infettanti”. Mi vergognavo tantissimo, piangevo, ero triste, anche perché rovinavano le mie cose.
Ero sempre sola nei pullman, nei viaggi di istruzione nessuno voleva stare con me in camera.
Separavano il banco dal mio, per via delle conseguenti possibili infezioni. In realtà l’unico virus che dilagava nella mia classe era la cattiveria. Per la prof di italiano era colpa mia, perché ero io ad isolarmi -ma non era così, anche se avessi voluto stare con loro, all’intervallo erano loro che mi derivano-.
Anche i prof mi umiliavano davanti alla classe per la mia voce e per il mio essere troppo taciturna. Questo mi portò a chiudermi ancora di più in me stessa.
Prima di iniziare le superiori avevo il terrore di cambiare classe, perché avevo paura che mi insultassero ancora, o peggio e che questo avrebbero alimentato in me un enorme senso di colpa e di disperazione, come ne sarei uscita? Mi chiedevo e non trovavo una soluzione. Pensavo di essere un mostro e che per questo i ragazzi mi avrebbero insultata. Avrei voluto essere carina, invece di essere sempre maltrattata, perché timida e insicura. Ero terrorizzata dall’esperienza brutta delle medie. Il primo giorno come temevo rimasi seduta da sola. Arrivarono anche i miei ex-compagni che diffusero la voce che io ero da evitare.
Al II anno le ragazze della mia classe mi allontanarono e insultano anche perché erano entrate nel gruppo del “figlio di un senatore” che per anni mi aveva perseguitata. Nessuno ha fatto niente, i prof alimentavano questi comportamenti nei miei confronti.
Purtroppo viviamo nell’indifferenza assoluta. Quindi ci vuole più educazione, per far capire che bisogna intervenire, e non tollerare. I bulli vanno puniti, non assecondati in silenzio. Basta con la tolleranza! I bulli fanno affidamento sul fatto che ci possono trattare male, perché tanto non viene fatto nulla. L’ideale sarebbe cacciarli da scuola, invece il più delle volte sono le vittime a dover abbandonare la scuola per trasferirsi in un’altra. Sospenderli per 1-2 giorni non serve a nulla. A scuola c’erano atti di vandalismo nei bagni e sarebbe stato giusto far pulire i bagni ai colpevoli, così avrebbero capito e la prossima volta ci avrebbero pensato su prima di compiere questi atti. Punizione e rieducazione sono essenziali per i bulli. Abbassamento dell’età per la responsabilità penale dai 14 anni ai 10 anni come negli altri Paesi e risarcimento danni. Se sbagliano vanno puniti anche gli insegnati.
Dall’ altra parte ci vuole più sostegno per le vittime. Sarebbero necessari più controlli e strutture pubbliche dove rivolgersi.
Io avrei potuto cambiare scuola ma non credo sia la soluzione giusta. Oggi sono ossessionata dal fatto che gli altri ridano di me, sento ancora quelle risate e penso di essere ancora giudicata ed insultata. Mi sento a disagio con qualcuno che mi piace. Non mi sento a mio agio nel frequentare gli altri, sono molto timida e parto sempre prevenuta nei confronti degli altri, ho paura di essere ferita ancora. Il bullismo è una ferita ancora aperta.
TUTTI I COMMENTI VERRANNO LETTI DAL PROTAGONISTA DELLA TESTIMONIANZA.