Una nuova testimonianza di bullismo. Mariarita è una ragazza che a causa del bullismo saltava la scuola, era caduta in depressione e aveva pensato di togliersi la vita. Ma non l’ha fatto, ha deciso di combattere.
Ero una bambina alta, più alta dei miei coetanei e con qualche chilo in più, ma non troppi, anche se bastarono perché gli altri compagni a scuola mi vedessero diversa dalla “massa”. Iniziarono a insultarmi, a chiamarmi “grassa”, “balena” e tanti altri nomignoli offensivi, che rimarranno per sempre impressi nella mia mente.
Le umiliazioni e le derisioni non smettevano, ma quei commenti dispregiativi aumentavano, così come il mio peso.
Il cibo era uno sfogo, pensavo che fosse l’unica via di uscita, per non sentirsi vuota e sola.
Alle elementari subii bullismo verbale e minacce per avere i soldi della paghetta. Ma l’ingresso alle medie fu tragico. Quell’ambiente era pieno di ragazzi che si sentivano felici e soddisfatti all’idea di far sentire qualcuno inferiore a loro.
C’era il gruppo delle “fashion blogger”: ragazzine di 13 anni che ti prendevano di mira per i tuoi abiti poco di moda. Per chi ha problemi di peso capirà quanto sia difficile trovare vestiti giovanili, visto la scarsità di taglie. C’erano i bulli che minacciavano chi provasse a contraddirli.
“Stai attenta perché ti posso rovinare la vita”, dicevano se provavi a confessare qualche loro marachella, pronti a picchiare chiunque. Poi c’erano i professori che avevano paura dei propri alunni, ed erano i primi a scappare davanti a scene di bullismo.
Arrivò il tempo delle superiori. Non riuscì molto bene ad ambientarmi, grazie anche all’esperienza delle medie che mi avevano fatto diventare diffidente e repellente agli scherzi. Un giorno mentre andavo in bagno, incontrai delle vere e proprie bulle. Iniziarono ad attaccarmi senza che io facessi nulla. Mi bloccarono il passaggio. Chiesi gentilmente se potessi passare e dopo essersi scambiate una risata mi fecero passare. Mentre stavo entrando nel bagno, una di loro diede un forte calcio alla porta, fortunatamente entrai velocemente in bagno, pensando che fosse tutto finito, ma come se non bastasse, le due ragazze iniziarono a prendere a calci e pugni la porta del bagno in cui mi ero rinchiusa. Ero letteralmente terrorizzata, e non riuscivo a muovermi. Fortunatamente arrivò la bidella che le mandò via. Quando uscì dal bagno, corsi letteralmente in classe e piansi.
Le prese in giro aumentarono e iniziai ad aver terrore della scuola. Avevo dei forti attacchi di panico appena entravo nella struttura scolastica che mi costringevano a ritornare a casa prima del termine delle lezioni, per non parlare di come mangiavo e di come mi sono chiusa in me, ed ero molto più scorbutica con gli altri. Non riuscivo ad andare bene a scuola, e ciò mi innervosiva molto. Per non parlare delle innumerevoli incomprensioni che c’erano con i miei genitori. In quel periodo pensai anche al suicidio, ma questo gesto, fortunatamente, non riuscì a compierlo totalmente, visto che con la lama a mezz’aria iniziai a pensare e mi accorsi di avere troppa paura, così lasciai stare. Mia madre, decisa a mettere fine a tutto ciò, mi portò da una neuropsichiatra, che mi diagnosticò bulimia e depressione.
Per tutto questo periodo, la mia presenza a scuola fu quasi nulla, e iniziai a fare dayhospital su dayhospital. In attesa del ricovero, che aspetto tutt’ora, mia madre decise di darmi una mano esternamente, portandomi in un centro dove potessero aiutarmi con lo studio. Grazie all’aiuto di questo centro, sono riuscita a recuperare sei mesi di assenze scolastiche.
Ritornai definitivamente a scuola a metà aprile e orgogliosamente riuscì a recuperare tutte le materie. Ora sono più tranquilla. Fortunatamente con me ora ci sono i miei libri, che da quando ero alle medie mi hanno aiutato ad alleviare ciò che provavo, facendo inventare alla mia cara testolina storie incredibili. Premetto che peso tutt’ora 107 kg, ma pensieri come il suicidio, non credo che passeranno nella mia testa. Dopotutto, se mai lo facessi, farei solo un favore a quello che mi vogliono male, quindi ho deciso di combatterli, e spero di vincerli.
Se anche tu hai una storia da raccontare scrivimi a [email protected] oppure commenta qui sotto.
ciao pacere sono una persona che ha subbito bullismo dall’età di 6 anni ho avuto una vita difficile da quando ho inizziato la prima elementare ma non ho mai perso il sorriso dopo tante umuliazioni prese in giro sia verbali che fisiche parolaccie pesanti eccecc le uniche cose che non mi hanno scoraggiato e mi hanno dato la forza di andare avanti sono la mia passione per lo sport che mi ha fatto sentirw libera e felice e la musica il mio mondo con la musica e stato un mondo fantastico fin dalla piu tenera età
io ho superato tutti i miei timori creando una chat whastapp per le vittime di bullismo per aiutare chi come me non ha avuto nessuno con cui parlare e confrontarsi e compatirsi ce un articolo su http://www.intreccio.eu
Ciao, se vuoi mi puoi scrivere la tua storia in privato alla mail [email protected] oppure qui nei commenti (però deve essere un po’ più lunga e io la pubblico in anonimo su questo spazio, parlando anche del tuo gruppo 🙂 cosa ne dici? Anna
non eri grassa e anche se lo fossi stata nessuno aveva il diritto di offenderti. Le fashion blogger non sono stronze necessariamente, quelle lo erano a prescindere dall’essere fashion
Grazie mille 🙂 un bacio!!!!