Tema sul Cyberbullismo di esempio. Cerchi un tema sul cyberbullismo? Ecco un tema che riassume il cyberbullismo. In questo tema sul cyberbullismo sono presenti anche delle riflessioni e degli spunti per un tema originale.
Tema sul Cyberbullismo introduzione
Tema sul cyberbullismo Introduzione: Il Cyberbullismo è il bullismo online, cioè messo in atto con mezzi elettronici: e-mail, chat, sms, social network. Un terzo dei casi di bullismo è riconducibile al cyberbullismo. Anche se si tratta di un bullismo “virtuale” non si deve sottovalutare. Far circolare foto, video di una persona senza il suo consenso, inviare messaggi offensivi può far male alla vittima tanto quanto un pugno o un calcio.
Il cyberbullismo rientra nel tipo di bullismo psicologico, perché non avviene con un attacco diretto e fisico, ma si colpisce la psiche. La vittima si sente perseguitata, impotente e minacciata da un bullo di cui non conosce l’identità. Infatti, una delle cause della diffusione del Cyberbullismo è data dalla facilità con cui online si possono creare falsi profili. I bulli si sentono forti dietro ad uno schermo perché non ci mettono la faccia e pensano che mai verrebbero scoperti.
Ci sono alcune differenze tra bullismo e cyberbullismo:
- Il cyberbullismo a differenza del bullismo avviene nell’anonimato. O meglio, il bullo solo perché nascosto dietro una maschera virtuale ha l’illusione di non essere riconoscibile e rintracciabile. In realtà ogni comunicazione via web lascia delle tracce. La vittima da sola però non riesce a risalire alla sua identità.
- Nel cyberbullismo c’è anche un indebolimento dei freni inibitori e morali: l’anonominato del web e l’assumere nuove identità diverse dalla propria fa in modo che non ci siano più freni morali nei cyberbulli. Alcune persone infatti dicono e fanno online cose che non farebbero mai nella vita reale. I bulli scaricano rabbia e proprie emozioni negative sugli altri per sentirsi meglio.
Il cyberbullismo è una persecuzione continua, non ha limiti di spazio e tempo. Il bullismo scolastico avviene in luoghi e momenti precisi, ma il cyberbullismo può perseguitare la vittima in ogni momento e dovunque si trovi.
Una soluzione potrebbe essere quella di non utilizzare il pc, cancellarsi dai social network. Ma oggi il mondo virtuale è sempre più connesso con quello reale ed è difficile staccare i due mondi. Questi strumenti sono entrati così profondamente nella nostra quotidianità, soprattutto quella dei giovani, che non usarli darebbe la sensazione di essere “isolati” dal mondo e di essere “tagliati fuori” dal gruppo dei pari.
Oggi i ragazzi danno molta importanza alla loro presenza online: essere online, avere tanti amici e like significa esistere e sentirsi parte di una comunità, di un gruppo in cui si è accettati. Tutti i ragazzi sono attenti all’immagine di sé online perché questa si riflette anche su quella reale. La reputazione, anche quella online, è fondamentale in giovane età. Quando questa viene rovinata dal bullismo fisico o dal cyberbullismo ecco che viene a mancare la sicurezza, l’autostima e si prova un senso di solitudine.
Esempi di cyberbullismo:
• Flaming: messaggi online violenti e volgari che hanno lo scopo di generare liti verbali online.
• Cyber-stalking: molestie, minacce e denigrazioni ripetute, persecutorie che hanno lo scopo di incutere paura nella vittima.
• Denigrazione: “sparlare” di qualcuno per danneggiare la sua reputazione
• Sostituzione di persona: farsi passare per un’altra persona per poi spedire messaggi o pubblicare messaggi a suo nome
• Rivelazioni: pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona.
• Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate sul web
• Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
• Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti con l’unico fine di ferire il destinatario
• Happy slapping: la ripresa di scene violente o fare video di una persona a sua insaputa (ad esempio risse) per mostrale ad amici o pubblicarle in rete.
Da un lato il bullo crede di non essere scoperto e accusabile, la vittima invece appare come un’entità anonima, priva di emozioni e sentimenti. Il bullo online quindi, vista la “distanza” con la sua vittima è meno consapevole e allo stesso tempo si sente meno colpevole per i suoi atti. Non capisce che i suoi comportamenti provocano dolore, frustrazione e umiliazione cioè sentimenti reali nella vittima.
Per combattere il cyberbullismo si far capire ai giovani, ma anche agli adulti che quello che si fa e dice online ha delle conseguenze reali. Inoltre bisogna capire che Internet non è un luogo dove si può agire indisturbati e che anche online bisogna rispettare delle regole di comportamento perché altrimenti si possono avere conseguenze reali. Bisogna essere consapevoli del fatto che in chat o pubblicando un video offensivo non si è protetti dall’anonimato e che le “tracce” di questi comportamenti non possono essere cancellati e si può essere rintracciati.
Uno dei casi di cronaca più famosi di Cyberbullismo è quella di Magan Taylor Meier ragazza americana che si è suicidata nel 2006 a soli 14 anni. Magan pesava 95 kg e per questo si sottoponeva a diete ferree che la portarono ad una tristezza crescente e alla depressione. Le venne diagnosticate anche la sindrome da deficit di attenzione. Megan aprì un account in MySpace e nel sito ricevette un messaggio da Josh Evans: Josh si presentò come un 16enne carino, simpatico e disse di essere attratto da lei. Dopo un po’ il ragazzo le scrisse frasi come“Tutti sanno chi sei. Sei una persona cattiva e tutti ti odiano. Che il resto delle tua vita sia schifoso”; “Megan sei una prostituta”; “Megan è grassa” e soprattutto “il mondo sarebbe un posto migliore senza di te”. Disperata, la ragazza si tolse la vita impiccandosi in camera sua. Poi si è scoperto che Josh Evans non esiste: ad inventarsi questo personaggio erano stati due vicini di casa ed in particolare una signora di nome Lori Drew.
Non essendo contemplato in nessun codice penale, il caso di Cyberbullismo non ha portato ad alcun processo. I genitori di Megan però si stanno impegnando nel far modificare la legge. Un altro caso molto famoso è quello di Amanda Todd e tra i casi italiani c’è quello di Carolina Picchio. Tutte queste storie ci mostrano una sola realtà ovvero che il cyberbullismo dovrebbe essere un fenomeno regolamentato con leggi dedicate.
Tema sul Cyberbullismo di esempio da cui raccogliere informazioni. Per il tuo tema sul cyberbullismo approfondisci l’argomento leggendo dei casi reali. Leggi le storie di cyberbullismo:
- Amanda Todd il caso di bullismo che ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale
- Il caso italiano di Carolina Picchio