Una nuova testimonianza, forte e vera, di bullismo. Questa volta questo fenomeno viene raccontato da una nuova prospettiva, dal punto di vista di un genitore che vede suo figlio soffrire a causa delle continue umiliazioni da parte del gruppo di bulli…
Voglio raccontare la mia esperienza personale. Sono la madre di un ragazzo di soli 12 anni vittima di bullismo. Il nostro incubo è iniziato l’anno scorso quando mio figlio è passato dalle scuole elementari alle medie. Per il primo mese e mezzo tutto è trascorso senza problemi, poi un giorno mio figlio è venuto a casa dicendo che i suoi compagni si erano comportati male nei suoi confronti e lo avevano offeso. Devo essere sincera, inizialmente pensavo ad una piccola scaramuccia tra compagni, ma ben presto la cosa è degenerata in qualcosa di molto più grave, sono seguite offese e prese in giro molto pesanti, dispetti di ogni genere; Gli buttavano fuori dalla finestra gomme, penne, matite e quasi tutti i giorni dovevo comprargli il materiale. Poi siamo passati ad altro e fuori dalla finestra sono iniziate a volare merende, bottiglietta d’acqua e tutto ciò che mio figlio portava a scuola ogni giorno. Le offese intanto proseguivano, molte volte rivolte anche a me.
Ogni santo giorno veniva a casa e scoppiava in lacrime totalmente esausto per poi arrabbiarsi talmente tanto che mi rispondeva malissimo ad ogni domanda io gli rivolgessi. Non sapevo cosa fare. Naturalmente gli hanno rubato per dispetto calzini, nascosto varie volte le scarpe durante l’ora di ginnastica, rubato un libro di testo. Ma il giorno in cui ho avuto paura fu quando tornato a casa da scuola con mio marito mi ha raccontato tra le lacrime che tre compagni lo avevano picchiato. Vi giuro che ho sentito un fuoco esplodere dentro di me, volevo spaccare il mondo. Ho chiesto aiuto ai prof che hanno cercato di capire di più dell’accaduto senza arrivarne mai a capo. Hanno fatto un po di lezioni dicendo ai ragazzi di non usare la violenza contro i propri compagni, senza grossi effetti.
Per un po’ le cose sono state più tranquille, anche se il nostro incubo non era finito. Mi sono resa conto che mio figlio era molto provato da tutto questo così ho deciso di chiedere aiuto ad una psicologa. Parlando con questa persona mio figlio piano piano ha cambiato atteggiamento anche nei nostri confronti, era meno nervoso e più tranquillo. Conclusa la prima media siamo poi andati in seconda e subito dall’inizio i suoi compagni hanno iniziato di nuovo a tormentare mio figlio stavolta però tramite una chat di classe che avevano fatto, scrivendo ogni sorta di cattiverie, offese ed umiliazioni. Stavolta però ho scaricato tutta la chat e portata alla preside, dicendole che se non fosse intervenuta subito lo avrebbe fatto la polizia perché sarei andata a denunciare tutti. La preside ha deciso di fare un incontro con i genitori dove lei stessa ha spiegato tutto ciò che stava succedendo, chiedendo di parlare e spiegare ai loro figli che il bullismo è perseguibile dalla legge. Da quel giorno le cose si sono un po’ calmate ma noi non abbassiamo la guardia. Mio figlio dice di non fidarsi di loro e di conseguenza neppure noi. So che hanno fatto un incontro con la polizia postale la quale ha spiegato molto accuratamente i rischi a cui vanno incontro, speriamo davvero possa servire a qualcosa. Ma noi continueremo a combattere contro questo fenomeno, perché quando le cose le provi sulla tua pelle vuoi solo che finiscano subito. E’ difficile perdonare e dimenticare.
Vorrei che si facesse di più contro il bullismo, perché si parla tanto, ma si fa ancora troppo poco!