Il bullismo psicologico è di tipo indiretto, più difficile da individuare rispetto al bullismo fisico ma non meno dannoso, perché agisce sui punti deboli della vittima. Questo tipo di bullismo è detto psicologico proprio perché colpisce la parte psicologica della vittima: distrugge la sua immagine interiore e sociale.
BULLISMO PSICOLOGICO: QUALI SONO I SUOI ATTI?
- Diffusione di pettegolezzi e cattiverie: Si forma un gruppo contro la vittima e tutti si divertono alle sue spalle. La prendono in giro, ridono di lei e diffondono cose infondate per rovinare la sua reputazione.
- Distruzione delle amicizie: Lo scopo è quello di allontanare gli altri dalla vittima e fare in modo che resti sola. Per raggiungere questo obbiettivo il bullo fa di tutto, persino mettere in giro false voci o minacciare chi è amico della vittima.
- La vittima viene trattata con freddezza e indifferenza, ad esempio viene chiamata sempre per cognome o con nomignoli, soprannomi offensivi, per indicare che non è ritenuta “degna” dagli altri. Si vuole creare con questo comportamento ancora più distanza e sottolineare che il soggetto preso di mira non è parte del gruppo e del loro mondo.
- Il bullismo psicologico si verifica insieme al bullismo verbale: si ricevono insulti pesanti e continui diretti anche ai familiari e a persone care.
- Isolamento-esclusione totale dal gruppo: La vittima resta sola, il banco accanto al suo è ogni giorno vuoto e se prova a sedersi o avvicinarsi a qualcuno questo si allontana o la respinge. Siede in panchina durante le ore di educazione fisica. Nessuno lo invita alle feste o alle uscite di gruppo. Il bullo con le sue azioni psicologiche vuole dire “tu non esisti!”, “sei solo!”.
- Umiliazioni: La vittima entra in classe e nessuno la saluta o è felice di vederla, al contrario viene guardata male, fissata dall’alto in basso. Sente gli altri ridere, bisbigliare, parlottare, fare “battute” cattive.
- Furti fatti di nascosto, rubare e danneggiare cose personali oppure mettere disordine nello zaino, scrivere cattiverie sul diario o ricevere bigliettini con minacce o cattiverie.
BULLISMO PSICOLOGICO: UNA TESTIMONIANZA
Il bullismo per me è iniziato in prima media. Ero una ragazzina timida e tranquilla, studiosa, prendevo ottimi voti. Per gli altri compagni ero “troppo brava”, “una secchiona” e sono diventata vittima di bullismo psicologico, emarginata completamente. Si formò un gruppo, dal quale ero esclusa e che si era coalizzato contro di me. Ero il loro bersaglio. Anche se non si trattava di aggressioni fisiche il loro comportamento mi faceva stare malissimo: non mi rivolgevano la parola, si comportavano come se non esistessi ed io mi sentivo sola, come se non contassi per nessuno e non fossi importante in questo mondo, ma solo un peso.
Tutti mi parlavano alle spalle: “ma come si veste?come parla?”. “E’ brutta!” dicevano ridendo. E io mi sentivo sprofondare, morire dentro. Ti senti come se fossi orribile, malata, diversa. Tutti ti guardano con disgusto, con facce schifate e alla fine ti convinci di non valere niente. Il male che provavo era insopportabile, le ferite profonde, anche se nessuno poteva vederle. Non era una violenza visibile e persino io non riuscivo a capire bene cosa vivessi. Mi sembrava di impazzire.
Credevo di essere io troppo “sensibile” nello stare male per cose che magari all’esterno potevano apparire stupide…
Come non essere mai scelta durante l’ora di educazione fisica… Quando venivano fatte le squadre ero sempre tra gli ultimi a venire scelta, ma solo perché a costringerli era il professore e spesso restavo in panchina. Nell’intervallo venivo ignorata. Oltre a ignorarmi ed escludermi da qualsiasi cosa, cercavano di mettermi contro le persone con cui avevo comunque un rapporto normale, raccontando cattiverie, storie false o “minacciandole”: Una delle due uniche amiche che avevo anni dopo mi ha rivelato che i bulli le aveva detto: “Smetti di stare con lei altrimenti sarai anche tu sola e sfigata”. Le bulle erano un paio di ragazze, che sotto il sorriso falso e le finte parole carine in realtà nascondevano le cattiverie che venivano sparse in giro. Gli altri erano solo omertosi, ragazzini che osservavano e non intervenivano.
Iniziai ad incolpare me stessa, a credere di essere SBAGLIATA. Non ne parlai con nessuno. Mi convinsi di meritare quello che accadeva e a ritenerlo “normale”. Non pensai neanche di cambiare classe. Quando vivi questo tipo di bullismo ti convinci che sei tu il problema, non gli altri. Credi che dovunque andrai non riuscirai ad avere amici perché non li meriti. Ti convincono che loro sono migliori di te e tu non sei niente. E’ come un lavaggio del cervello. Giorno dopo giorno riescono ad entrarti nella testa. A quel punto perdi tutta l’autostima e la fiducia in te stesso.
Ciao…vorrei parlare con te in privato, se possibile… x parlare di bullismo. Grazie.
Lisa.