Dopo solo sei giorni dalla morte del suo migliore amico Lamar di 14 anni suicidatosi per essere stato vittima di ripetuti atti di bullismo, anche il piccolo Jordan Gonzales di 11 anni si è ucciso nel bagno della scuola media che entrambi frequentavano..
La madre del piccolo Jordan cercò di consolarlo, e dissuaderlo dicendogli che se avesse compiuto un simile gesto lei non avrebbe potuto continuare a vivere senza di lui, aggiungendo che lo amava profondamente e che aveva bisogno di lui.
Lamar si era sparato con la pistola del padre dopo mesi di continui atti di prevaricazione a scuola, stanco di dover continuare a lottare contro i bulli. A un certo punto, ha dichiarato che lui non ce la faceva più. Ecco cosa aveva spinto il suo migliore amico al suicidio, aveva confidato il piccolo ad un giornalista che lo aveva intervistato.
“La prima volta che ha subito bullismo è stata quando il mio amico è stato schiaffeggiato. L’ultima quando la stessa persona ha continuato ad umiliarlo. Lui non ce l’ha fatta più, così si è ucciso”.
Dopo la morte di Lamar non passò molto tempo prima che il piccolo Jordan sentisse il peso della sua mancanza, il senso di isolamento e soprattutto l’inizio del tormento da parte degli stessi bulli che avevano provocato la morte del suo compagno di giochi.
La signora Gusaeff confida che suo figlio era diventato in pochi giorni il bersaglio dei bulli implacabili, che lo chiamavano “spione”. La donna Sostiene che una mattina i bulli conficcarono una matita nel collo di suo figlio, mentre sul bus si recava a scuola. I problemi purtroppo continuarono anche dopo che lei si recò a denunciare il fatto a scuola.
I problemi purtroppo continuarono anche dopo che lei per ben tre volte si recò a denunciare il fatto alla scuola.