Il bullismo a scuola è un fenomeno dilagante in tutto il mondo. Diffuso in Italia come in Inghilterra, così come negli Stati Uniti. Non conosce confine, lingua e nazionalità. E’ un problema sociale mondiale. La scuola non è più formativa ma distruttiva, un vero incubo per i tanti ragazzi che vengono umiliati, maltrattati e isolati ogni giorno dai bulli. Come un virus il bullismo si diffonde nelle scuole, tra i corridoi e danneggia il clima scolastico. Infatti il bullismo nelle scuole crea un’ambiente ostile, pesante perché viene distrutta l’armonia che dovrebbe esserci in un gruppo di ragazzi. Chi subisce bullismo a scuola non ha più voglia di andarci, perché è stanco di subire continue lezioni dai suoi compagni.
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Bullismo nelle scuole
Il bullismo a scuola è un fenomeno che esiste da sempre, ma scoperto di recente. Le violenze tra ragazzi non avevano un nome e venivano sottovalutate. Si è iniziato a prendere con serietà il problema solo negli anni 70, con il suicidio di due ragazzi norvegesi vittime di bullismo a scuola. Questi due eventi segnarono l’opinione pubblica e si iniziò a stanziare dei fondi per fare ricerche sul problema. Il bullismo nelle scuole fu “scoperto” da uno psicologo norvegese, che pubblicò i risultati di ricerche fatte nelle scuole. Per la prima volta si parlò di Bullismo scolastico e se ne diede una definizione:
Cos’è il bullismo a scuola? Il bullismo nelle scuole è una persecuzione quotidiana, immotivata (messa in atto dal solo scopo di ferire), che alcuni ragazzi/e fanno nei confronti di un compagno. Gli atti di bullismo si attuano nei corridoi, in palestra, sugli autobus o all’uscita. Ma in ogni atto c’è il il sostegno o l’indifferenza di molti.
Le vittime di bullismo a scuola sono scelte per una loro caratteristica o debolezza che li rende agli occhi esterni più facili da bullizzare: timidezza, sensibilità, un difetto fisico, essere stranieri ad esempio. Spesso ad essere presi di mira son ragazzi più deboli e incapaci di difendersi come disabili o bambini autistici.
Il bullismo a scuola può essere diretto, cioè un tipo di bullismo più chiaro e visibile. Una forma di bullismo diretto è il bullismo fisico (calci, pugni, ma anche atti più lievi come spingere, dare pizzicotti, sputi ecc. oppure rubare oggetti, maltrattare o nascondere oggetti personali della vittima – zaino, quaderno ecc.).
Il bullismo verbale si attua invece con le parole: minacce, insulti, prese in giro dirette alla vittima (sei stupida/o, brutta ecc.)
Il bullismo psicologico-indiretto a scuola è molto più diffuso di quello fisico. Non si usano calci e pugni, ma indifferenza e esclusione dal gruppo. Diffuso tra le ragazze: il gruppo bisbiglia cose all’orecchio, guarda male, ride e diffonde cattiverie alle spalle della vittima. Nella classe c’è indifferenza e silenzio. In famiglia le vittime del bullismo non parlano e si incolpano chiudendosi in loro stessi.
Il bullismo nelle scuole ha gravi conseguenze che si possono riscontrare anche a distanza di tempo. Disturbi d’ansia, depressione, minore qualità della vita, pensieri suicidi e abbandono scolastico sono alcuni effetti.
Negli Stati Uniti il suicidio degli adolescenti è in maggioranza provocato dal bullismo e anche in Italia non sono mancati i casi di bullismo e suicidio. La serietà degli effetti provocati dal bullismo fa riflettere sul non sottovalutare mai il fenomeno sia da parte della scuola che da parte dei genitori e delle stesse vittime che si devono sentire supportate e non colpevoli.
Dati sul bullismo a scuola: Il bullismo a scuola in Italia è allarmante, come testimoniano i dati raccolti da vari studi: il 50% dei ragazzi fra 11 e 17 anni subisce bullismo a scuola. Sono vittime del bullismo più i bambini che gli adolescenti e in maggioranza le ragazze. Poco importa se si tratta di bullismo diretto o di cyber bullismo con cellulare o internet, il male che provoca è enorme. Non solo sulla pelle, ma anche interiori e profonde. Il bullismo scolastico considerato una “ragazzata” può compromettere seriamente la crescita e la vita di una persona.
Bullismo a scuola
Il bullismo a scuole è ancora un problema che non è ben conosciuto. Molto spesso viene ignorano e non c’è una reale sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul bullismo, nonostante se ne parli spesso. Il bullismo scolastico viene ancora oggi purtroppo considerato una “ragazzata”, “uno scherzo” o qualcosa che va affrontato per diventare adulti e più forti. In realtà è un problema molto più grave che va preso sul serio.
Sempre più frequente è il bullismo a scuola, ma in molti altri casi rimane nascosto, sommerso. Tante vittime restano silenziose, per vergogna, paura, senso di colpa e non parlano neanche ad un genitore o all’insegnante di quello che avviene. Passano così mesi, anni che segneranno la vita della vittima che troppo spesso decide di mettere fine alla sua vita. La scuola è responsabile della crescita dei ragazzi: gli anni scolastici influenzano la personalità, l’identità futura degli studenti. Non si devono solo trasferire conoscenze ma insegnare a rispettare se stessi e gli altri. Ogni bambino ha il diritto di sentirsi sereno e al sicuro in classe. Insieme alla scuola anche la famiglia e il gruppo di coetanei hanno un ruolo importante nel contrasto del bullismo.
Il bullismo a scuola va contrastato creando un ambiente sociale di inclusione. La consapevolezza della comunità scolastica ma della società intera sul problema del bullismo è il primo passo da fare. L’obbiettivo è sviluppare una comunità che accolga le diversità e veda nella diversità una ricchezza e non un motivo di discriminazione e violenza.
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