Il regista Giovanni Veronesi offende in diretta radiofonica la celebre truccatrice e blogger bellunese Clio Zammatteo (Clio Mak Up), durante la puntata del suo programma su Rai Radio 2 “Non è un paese per giovani”
“Mi hanno detto adesso chi è Clio Make Up, è una cicciona che parla…”.
La risposta di Clio Make Up è stata immediata su Facebook
“Ma davvero, su una emittente radiofonica nazionale del livello di Radio2 in un programma popolare che parla di giovani, mi devo sentire citata solo per essere catalogata come, quoto, “cicciona”? Davvero e’ il modo migliore per utilizzare uno spazio di comunicazione pubblico che, in teoria, potrebbe ispirare, aprire le menti dei ragazzi che lo ascoltano? Invece no… facciamo come i conduttori, facciamoci due risate vuote, giusto per riempire il silenzio incombente, insultando una persona che neanche si conosce e dalla cui storia, forse, si potrebbe imparare qualcosa… Colgo l’occasione per consigliare al conduttore di uscire qualche volta dallo studio di registrazione e di aggiornarsi su una cosa che si chiama “Internet” che molte persone hanno iniziato ad usare da qualche anno… magari la prossima volta non gli scapperà una uscita così infelice…” #forseciccionamasicuramentenonstronza”.
In pochi istanti un diluvio di commenti a difesa di Clio Make Up. Poco dopo però il regista ha chiesto scusa su Twitter
“A volte partono parole senza senso. Mia madre diceva, se parli a una donna, prima di tutto chiedi scusa. Capita a tutti di dire la parola sbagliata. Ho chiesto scusa. Non sono né un bullo, né un machista.”
Le scuse però non fanno altro che alimentare il polverone: pochi minuti dopo, infatti, Clio Make Up mostra ai fan come Giovanni Veronesi l’abbia bloccata su Twitter, di modo che lei non possa più leggere i suoi tweet, e commenta:
“E’ sempre bello vedere che una persona capisce di aver sbagliato…vabbe’ dai ragazze, torno a dormire…ps: grazie per il vostro supporto, siete delle grandi”.
Sempre più spesso si usano i social network e i mezzi di comunicazione in modo superficiale, per scrivere o dire parole “senza senso” che contengono però offese, attacchi, giudizi e non si utilizzano per diffondere messaggi seri. Il regista avrebbe fatto bene a rimanere in silenzio.